Il virus esisteva da milioni di anni: milioni di anni prima della comparsa dell’uomo sulla Terra. Nel corso della glaciazione, quella che oggi chiamiamo Periodo Cryogeniano, il pianeta era diventato una palla di ghiaccio, dai Poli all’Equatore. Il virus era rimasto intrappolato all’interno della “ghiacciaia”. Con il suseguente scioglimento dei ghiacci era venuto allo scoperto ma poi, via via, a causa dell’inusitato calore cui non era abituato, era scomparso quasi ovunque. Ne era rimasta traccia solo tra i ghiacci del Polo Nord. L’uomo ancora non l’aveva incontrato e quindi non aveva potuto sviluppare i relativi anticorpi. Nei decenni tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo l’aumento della temperatura della Terra fa sciogliere parte della calotta polare e allora ecco tornare a contatto con l’aria il vecchio virus. Proprio in quegli anni – i primi del Duemila – una spedizione segreta viene inviata dalla Cina a esplorare i ghiacci polari, alla ricerca di giacimenti di petrolio. Non si sa se la spedizione trovi il petrolio ma di certo trova il virus, e a sua insaputa ne viene contagiata. I componenti della spedizione rientrano in patria, in particolare a Wuhan, e da lì inizia la storia chiamata “Pandemia Covid-19”, contro la quale gli esseri umani ovviamente non dispongono di anticorpi.
Come finirà? Si propongono alcune alternative: 1. estinzione del genere umano; 2. morte del virus causata dalle radiofrequenze (a somiglianza del film La guerra dei mondi, anno 1953); 3. la popolazione superstite scappa per cercare rifugio in un imprecisato altrove (Gli uccelli, Hitchkock, 1963); 4. il virus alla lunga fa impazzire l’intera popolazione terrestre senza mutarne l’aspetto (L’invasione degli ultracorpi, 1956): 5. i vaccini messi a punto dall’uomo (meglio se da una donna) sterminano il virus.