Storia

23c Il fiume della nostalgia

«Laggiù, sul fiume Swanee, lontano, molto lontano. / Là dove sempre mi porta il cuore, / è là che vive la mia gente. / Il mondo, ovunque io vada ramingo, / è triste e desolato. / Fratello, lontano dalla mia famiglia / il mio cuore si fa sempre più triste». Queste le parole della canzone che fa da sigla al ciclo televisivo di film dedicato ai Fonda: Henry, Jane e Peter. Si tratta di una canzone famosissima: Old Folks at Home.

La scrisse nel 1851 Stephen Collins Foster, certamente il più noto compositore americano di canzoni dell’Ottocento (tra le sue 189 creazioni figura Oh Susanna). Il primo che nel Nuovo Mondo riuscì a vivere, anche se non troppo bene per la verità, con la sola musica. Il primo, anche, a legarsi agli editori con un contratto che prevedesse un compenso per ogni copia venduta: due centesimi per orchestrina (così si chiamano i fogli stampati con musica e parole di una canzone). In un anno Olk Folks at Home vendette 40mila copie. In due anni 130mila: una cifra incredibile per allora. Un successo che in sette anni fruttò a Foster la rispettabile somma di 1.600 dollari e qualche spicciolo. Un successo che il compositore non riuscì a ripetere: morì niente affatto ricco e alcolizzato nel 1864.

Foster scrisse la sua canzone più fortunata per uno spettacolo parodistico e stereotipato sui neri americani, un cosiddetto Minstrel Show, genere di moda a quel tempo, tanto è vero che nella stesura originale il testo imita la pronuncia della gente di colore. Un giorno suo fratello Morrison se lo vide piombare in ufficio, a Pittsburgh: «Svelto, sto scrivendo una canzone e ho bisogno del nome di un fiume del sud che sia di due sillabe!». Morrison suggerì Yazoo, poi Pedee, ma non piacquero. Allora prese un atlante. «Swanee può andare?». Sì, funziona.

Era un piccolo corso d’acqua del nord della Florida, che grazie a Foster sarebbe diventato in quegli anni fiume più famoso d’America. Ogni buon americano avrebbe visto materializzarsi i suoi ricordi, le sue malinconie e i suoi affetti famigliari tra il luccichìo delle onde dello Swanee. Tutti, nell’età in cui i ricordi sfumano nei rimpianti, avrebbero sognato almeno una volta di tornare sulle rive di un proprio personalissimo Swanee.

Se famosa è la canzone, famoso è pure la voce che la canta in apertura del ciclo di film: Pete Seeger. Nato nel 1919 a New York, figlio di un noto musicologo, Pete appartiene alla prima generazione di folksinger americani, intendendo con questo termine quei giovanotti pieni d’entusiasmo, di voglia di cambiare le cose, di amore per gli oppressi, che, chitarra in spalla e braghe di tela, giravano per gli Stati Uniti cantando vecchie e nuove canzoni popolari. Canzoni dei contadini, degli operai, dei braccianti, dei vagabondi, di gente di ogni colore. Canzoni vecchie di secoli o nuove di giornata.

Insieme con il bianco Woody Guthrie e con il nero Huddie Leadbetter, detto Leadbelly, “Pancia di Piombo”, Seeger appartiene alla stretta cerchia dei “padri nobili” della canzone popolare americana di oggi, Bob Dylan e Joan Baez compresi. Con Guthrie formò nei primi anni ’40 il gruppo degli Almanac Singers, andando in giro a cantare canzoni sindacali. Più tardi, nel 1949, creò i Weavers, un complesso con il quale conobbe anche il successo commerciale. Negli anni ’60 si impegnò attivamente a fianco dei giovani, ai quali insegnò a cantare in gruppo una canzone che divenne quasi un inno della contestazione, We Shall Overcome. Una sua canzone pacifista, Where Have All the Flowers Gone, ha conosciuto una buona notorietà anche in Italia. If I Had a Hammer l’ha cantata, con ben altro spirito e ben altre parole, anche Rita Pavone (Datemi un martello).

Oggi Pete Seeger dice di sé: «Mi guadagno la vita suonando. Non suono solo per la mia famiglia e i miei amici, ma vado in giro, sono un professionista. Ho anche una buona esperienza del palcoscenico. In questo sono diverso dai cantanti folk di un tempo». Non si capisce se lo dica col rimpianto per un’America ecologica che non esiste più o se in lui prevalga il legittimo orgoglio di chi sa fare bene il proprio mestiere.

[A.P. per TV Sorrisi e Canzoni]

 

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