(per la riedizione del 1978)
Un piccolo quiz: quando è stato inciso questo disco? Otto anni fa. È bene dirlo subito, perché certamente più di un ascoltatore resterà sorpreso dalla musica che esso contiene. Si tratta infatti di musica attualissima, di un jazz moderno, scintillante, ricco di idee e di suggerimenti, che è allo stesso tempo all’avanguardia (lo è, badate bene, ancora oggi, otto anni dopo) e nel filo di una precisa tradizione, che rifugge dal bluff e che cerca proprio nel “fare” musica – una musica immediatamente percepibile come tale – la sua stessa ragion d’essere. D’altro canto si deve anche notare come allora chi voleva fare del jazz lo facesse sul serio, per intima passione, ben sapendo che sarebbe stato del tutto al di fuori dalla realtà pensare di raggiungere un successo commerciale.
Ebbene, otto anni fa questi tre musicisti – Franco D’Andrea, Franco Tonani, Bruno Tommaso – incidevano il loro primo disco insieme. Oggi i tre sono famosi; allora non lo erano, ma tecnicamente non avevano da invidiare nulla a nessuno. Il disco uscì in tiratura limitata e fu così un godimento e una “scoperta” per pochi. D’altro canto erano anche culturalmente altri tempi, e nell’allora sparuto manipolo degli appassionati di jazz pochi erano quelli che riuscivano a superare il complesso esterofilo che per anni aveva impedito di apprezzare nel loro giusto valore i giovani talenti di casa nostra; anche i più bravi. Giusto quindi riascoltarli e, a posteriori, fare ammenda delle nostre prevenzioni.
Franco D’Andrea sfoggia un pianismo di prim’ordine, non solo a livello tecnico (lo si ascolti sui tempi veloci), ma anche espressivo: riesce allo stesso tempo a essere essenziale e comunicativo e quando si getta nell’“esplorazione” di un tema, la conduce sino in fondo, ricordandoci illustri colleghi nordamericani (Cacil Taylor, per fare un nome cha tratti ci viene in mente e per soddisfare la mania propria dei jazzofili di stabilire confronti e parentele). La sonorità del suo pianoforte – grazie anche all’intelligente impiego dei pedali e alla pulizia del tocco – è immediatamente caratterizzabile. Dal canto suo Franco Tonani si dimostrava già allora batterista di gran classe, eccellente nella difficilissima arte dell’accompagnamento ritmico; punto di riferimento discreto, sicuro e costante per i suoi colleghi. Bruno Tommaso al contrabbasso (lo strumento acustico, per intenderci) si cimenta anche con l’archetto ed è anche protagonista – con Tonani, che per l’occasione suona una sorta di fischietto – di un duetto anticipatorio di sonorità e atmosfere future. D’Andrea, per finire, suona anche il sassofono soprano e lo fa con pulizia e senza cadere – ricordiamoci ancora una volta la data d’incisione – nel facile trabocchetto di fare il verso a John Coltrane.
Alberto Paleari, 1978
Franco D’Andrea: piano, piano elettrico, sax soprano
Franco Tonani: batteria, tromba, songwhistle
Bruno Tommaso: contrabbasso
Registrato alla Soundworkshop, Roma, il 17 e 19 aprile 1970